QUAL È LA % PERCENTUALE GIUSTA DA CHIEDERE COME ODONTOIATRA CONSULENTE O COLLABORATORE ? PARTE 1

(Spoiler: non è una domanda facile, ma neanche impossibile)
Se stessimo giocando a “Chi vuol essere milionario” , probabilmente l’ultima domanda, quella per il milione, sarebbe proprio questa: “Qual è la percentuale giusta da chiedere come odontoiatra consulente esterno?” .
Ma per fortuna (o sfortuna?), non siamo da Zio Gerry. Non abbiamo 60 secondi per rispondere e possiamo prenderci tutto il tempo necessario per fare una bella disamina dell’argomento. Quindi, mettiti comodo, prendi il tuo caffè (o tè verde detox, se sei uno di quelli che ci tiene alla salute) e vediamo insieme cosa c’è da capire.
Partiamo dal presupposto fondamentale: IL MERCATO DECIDE TUTTO
In economia, finanza, lavoro e – perché no? – nella vita in generale, esiste una sola legge universale: il mercato.
Sì, quello stesso mercato che ti fa pagare 6 euro per un caffè (orrendo) in piazza a Venezia e 50 centesimi per lo stesso caffè preso al distributore automatico.
Ed è proprio nel mercato che si giostra tutto.
La probabilità che un affare sia redditizio o meno dipende dalla domanda e dall’offerta.
Facciamo un esempio lontano dall’odontoiatria, tanto per chiarirci meglio.
Immagina un calciatore centrocampista. Quanto può chiedere per la sua stagione? Dipende da:
- Categoria: Serie A? Serie B? Eccellenza?
Se giochi in Serie A, puoi parlare di milioni. In Eccellenza, forse riesci a coprire le spese del parcheggio. - Ruolo: Quanti centrocampisti ci sono sul mercato? Se sei un portiere, magari hai più chance di negoziare cifre alte perché ce ne sono meno.
- Background: Quanti gol hai fatto? Che previsione si può fare sul tuo futuro? Quanto vali in termini di ROI (Return On Investment)?
(P.S. prima di continuare a leggere, se non sai cos’è un ROI, cercalo su Wikipedia. Sono le basi dell’economia ed è importante che tu le conosca a prescindere).
Ecco, questi sono solo alcuni dei fattori in gioco. E indovina un po’? Anche tu, caro collega, sei soggetto alle stesse regole. Che ti piaccia o no.

I PARAMETRI CHE CONTANO PER TE
Volendo forzare un parallelismo con il calcio (che tanto il pallone piace a tutti, tranne che a me), ecco i parametri che influenzano quanto puoi chiedere come consulente, o collaboratore, dello studio:
1. Categoria: Dove giochi tu?
Sei uno che frequenta attivamente corsi e congressi?
Uno che si aggiorna sui nuovi protocolli e ambisce all’eccellenza?
Oppure sei uno di quelli che “si arrangia” e pensa che una laurea in “medicinah e odontoiatriah” basti e avanzi?
Se fai parte della prima categoria, complimenti: sei già partito col piede giusto.
Frequentare ambienti di formazione e avere una rete di contatti solida aumenta la percezione della tua qualità.
Questo fenomeno si chiama, in psicologia, Effetto Alone , ed è quel meccanismo psicologico per cui le persone tendono a giudicarti complessivamente positivo se sei bravo in qualcosa.
Insomma, più ti dai da fare, più puoi permetterti di chiedere una percentuale più alta.
- Un comunista è morto leggendo questa frase. Meno uno, Olè! –
Ma scherzi a parte, frequentare corsi e congressi non serve solo ad aumentare il tuo valore percepito. Serve anche a tenerti aggiornato, a imparare nuove tecniche e a costruire relazioni professionali. E se non hai soldi per i corsi costosi? Nessun problema. Ci sono decine di webinar gratuiti, gruppi Facebook di professionisti, podcast e libri che possono aiutarti a crescere senza spendere una fortuna.
L’importante è che tu abbia voglia di investire su te stesso. Perché, diciamocelo, nessuno vuole pagare un professionista le quali uniche (non)conoscenze sono quelle universitarie o apprese dallo zio abusivo.
2. Ruolo: Cosa sai fare veramente bene?
Sei un generalista che sa fare un po’ di tutto, o sei uno specialista superspecializzato?
Facciamo chiarezza, perché qui si gioca una partita importante: quella che decide quanto sei pagato, quanto sei richiesto e – soprattutto – quanto sei sostituibile.
Il Generalista “Discreto”: La via del minimo sforzo (e del minimo guadagno)
Se sei un generalista che fa “un po’ di tutto” – endodonzia, restaurativa, igiene, piccola chirurgia – e lo fai in modo “discreto”(senza diga, chiusure endodontiche corte, igiene veloce) , preparati a una dura verità: sei carne da macello.
Non fraintendermi, non sto dicendo che quello che fai non ha valore.
Ma se ti accontenti di fare le cose “abbastanza bene”, sarai inevitabilmente messo in competizione con decine di altri colleghi che fanno esattamente la stessa cosa. E indovina un po’? Non sei indispensabile.
Purtroppo, molte cliniche odontoiatriche oggi vedono queste branche come “di bassa qualità e scarsamente remunerative”. Non perché non siano importanti (salvare un dente è sempre fondamentale), ma perché sono diventate commoditized, ovvero standardizzate e inflazionate. Se non sei eccellente, sei solo un numero.
E quando sei solo un numero, puoi essere sostituito in un batter d’occhio.
Vuoi sapere il peggio? Ti pagheranno poco, ti sfrutteranno e ti cambieranno appena trovano qualcuno disposto a fare lo stesso lavoro per meno.
Lo Specialista Serio e Affidabile: L’eccellenza paga (letteralmente)
Ora, cambiamo scenario. Immagina di essere uno specialista serio, affidabile e – soprattutto – eccellente in quello che fai.
Che tu sia un endodontista, un chirurgo avanzato o un protesista d’élite, la storia cambia completamente.
Perché? Perché quando sei davvero bravo in qualcosa, diventi indispensabile.
Facciamo un esempio pratico veloce:
- Un protesista, magari il titolare dello studio dove lavori, vuole cementare i suoi bellissimi restauri su denti devitalizzati. Vuole dormire sonni tranquilli sapendo che non ci saranno lesioni periapicali nei mesi o anni successivi.
Bene, lui sarà disposto a pagarti profumatamente per fare un’endodonzia impeccabile. Perché? Perché tu stai garantendo il successo delle SUE terapie. E quando qualcuno investe sulle tue competenze, vuole essere certo che funzionino.
Oppure:
- Sei un chirurgo avanzato? Perfetto. Ci sono studi che cercano proprio te, perché vogliono offrire ai loro pazienti interventi complessi senza doverli mandare altrove. Ma attenzione: per riempire la tua agenda, dovrai muoverti geograficamente. Magari lavorerai in uno studio questa settimana, in un altro la prossima.
La regola d’oro: Specializzarsi conviene
Qui entra in gioco una delle regole del marketing più preziose: l’essere superspecializzati premia. Sempre.
Un generalista discreto viene pagato poco, sfruttato e sostituito alla prima occasione. Uno specialista serio e affidabile, invece, viene valorizzato, rispettato e pagato bene.
Quindi, caro collega, chiediti: vuoi essere un numero intercambiabile o un professionista insostituibile?
Se hai scelto la seconda opzione (e spero vivamente di sì), allora è il momento di puntare sull’eccellenza. Investi su te stesso, scegli una branca e diventa il migliore in quello. Non solo avrai più richieste, ma potrai anche dettare le tue condizioni.
Perché, diciamocelo: nessuno vuole pagare una Ferrari per un’utilitaria. Ma se sei davvero una Ferrari, nessuno potrà dirti quanto vali.

3. Background: Da dove vieni?
Qui entriamo nel territorio delle esperienze passate. Hai una formazione solida? Hai fatto tirocini interessanti? Hai frequentato uno studio dopo la laurea? Tutte queste cose contano.
Non sto dicendo che devi spendere 20.000 euro in corsi iper-costosi (a meno che tu non voglia finanziare il SUV del relatore).
No, intendo dire che avere un background definito aiuta molto in fase di trattativa.
Non conta la qualità del corso che fai, conta che sul CV sia ben evidenziata la tua voglia di crescere e i sacrifici (non quelli economici) che hai fatto.
Un consiglio per i neolaureati: frequenta uno studio sin da subito! Sì, dal primo anno di università. Questo è il miglior consiglio che posso darti, fidati. Fallo e basta. A ringraziarmi, poi ci penserai tra qualche anno.
Anche se all’inizio ti senti come un pesce fuor d’acqua, o peggio, come la “bella statuina” che sta lì a guardare, fidati: i tuoi neuroni specchio faranno il loro lavoro. Assorbirai conoscenze e consapevolezza senza nemmeno accorgertene.

IL MERCATO ITALIANO: UNA BREVE ANALISI
Ok, ora che abbiamo chiarito i parametri, facciamo un po’ di numeri. Ovviamente, parliamo del mercato italiano, che – diciamocelo – ha le sue peculiarità.
Ecco una tabella indicativa delle percentuali che puoi aspettarti in base alla tua situazione:
Odontoiatria | Generalista | 20%-30% | |
Endodonzia | Specialista | 30%-40% | |
Chirurgia | Specialista | 25%-35% | |
Implantologia | Specialista | 20%-35% | |
Ortodonzia | Specialista | 40%-60% | |
Nota bene : Questi numeri sono indicativi e variano in base alla zona geografica, alla reputazione dello studio e alla tua esperienza. Sono medie fatte sulla base della mia esperienza e quelle di tanti colleghi/amici.
Se sei uno che si espone a corsi, congressi, relazione sugli argomenti o è bravo nel marketing personale, puoi superare tutte queste percentuali.

CONSIGLI FINALI (E UN PO’ DI SARCASMO)
Se sei arrivato fin qui, significa che hai resistito al mio blaterare infinito. Bravo! Ti meriti un applauso (e forse anche un biscottino).
Quindi, per concludere:
- Gioca dentro al mercato. Se provi a stare “fuori”, magari pensando di essere un Dio dell’odontoiatria, è solo questione di tempo prima che resti letteralmente “fuori”.
- Investi su te stesso. Frequenta corsi utili, costruisci un portfolio solido e crea una rete di contatti.
- Negozia con consapevolezza. Non accontentarti della prima offerta, ma non pretendere nemmeno di diventare milionario in una settimana.
Allora, che ne pensi? Qual è la tua percentuale ideale? Raccontamelo nei commenti, così possiamo ridere insieme delle nostre esperienze assurde!
UN ULTIMO PENSIERO (PERCHÉ SONO UN BUONO)
Prima di lasciarti andare, voglio condividere un ultimo pensiero.
So che a volte può sembrare frustrante dover lottare per ottenere ciò che si merita. Ma ricorda: il valore che crei è il valore che ricevi.
Se ti impegni, se lavori sodo e se punti all’eccellenza, il mercato – prima o poi – ti premierà.
Ora vai, conquista il mondo (odontoiatrico)!